Ningyo Arte e Bellezza delle Bambole Giapponesi webmaster.antonio 30 Maggio 2023

Ningyo Arte e Bellezza delle Bambole Giapponesi

Ningyo

Arte e Bellezza delle Bambole Giapponesi

8 MAGGIO - 9 GIUGNO 2023

Venerdì 5 maggio 2023 Inaugurazione 18:00-20:00 (visita guidata, workshop di origami)

ingresso libero senza prenotazione

Da lunedi’ 8 maggioDa lunedi’ a venerdi’ 9.00-12.30 / 13.30-17.00

Possibilità di visite guidate:
VEN 12 maggio ore 14.00 e ore 15.00
MAR 16 maggio ore 14.00 e ore 15.00
MAR 23 maggio ore 14.00 e ore 15.00
GIO 1 giugno ore 14.00 e ore 15.00
GIO 8 giugno ore 14.00 e ore 15.00

Prenotazioni tramite Eventbrite a QUESTO LINK

INTRODUZIONE 

The Japan Foundation è impegnata nella promozione della cultura giapponese e la comprensione reciproca internazionale, con la missione di “coltivare amicizia e legami tra il Giappone e il mondo”, nelle sue principali aree di attività: scambi artistici e culturali, insegnamento della lingua giapponese all’estero, studi giapponesi e scambi intellettuali. 

Nel campo delle arti e degli scambi culturali, The Japan Foundation si concentra su attività volte a far conoscere l’arte e la cultura giapponese all’estero e nel contempo gestisce da sempre un “programma di mostre itineranti”, organizzate con opere d’arte provenienti dalla collezione della fondazione stessa. Tali mostre lambiscono oltre quindici diversi tipi di espressione artistica, tra cui l’arte contemporanea, l’artigianato, la fotografia, l’architettura, il design, i manga e le bambole giapponesi; mostre a marchio JF si tengono ogni anno in circa ottanta musei e strutture espositive in tutto il mondo. Ci auguriamo che tali iniziative, che mettono in contatto il Giappone con tantissimi altri Paesi, avvicinino le persone e generino un dialogo sulla creatività attraverso la condivisione delle esperienze artistiche. 

La mostra itinerante “NINGYŌ: Arte e bellezza delle bambole giapponesi” è stata approntata a seguito della fortunata mostra itinerante “Le bambole del Giappone: Forme di preghiera, espressioni d’amore”. Con il titolo NINGYŌ, che in giapponese significa “forma umana”, la cultura della bambola diffusasi nel corso della lunga storia del Giappone sarà presentata attraverso un totale di sessantasette esemplari selezionati, suddivisi in quattro sezioni: “Ningyō propiziatorie”, “Ningyō d’arte”, “Ningyō del folklore” e “Diffusione della cultura Ningyō“. 

Le bambole sono parte integrante della nostra vita quotidiana: ciò vale non solo in Giappone, eppure qui, più che altrove, la varietà e l’accuratezza della lavorazione artigianale, sostenute da un profondo amore per il genere, sono caratteristiche presenti in maniera rilevante. La mostra presenta un’introduzione completa all’argomento, dalle Katashiro e Amagatsu, considerate gli archetipi delle bambole in Giappone, alle varianti locali che riflettono il clima e il folklore di tutto il Paese, alle bambole indossatrici, giocattoli molto apprezzati nel Giappone d’oggi, e ai figyuaa in scala, noti a livello mondiale. Ci auguriamo che ciascuna delle bambole esposte sia accolta ovunque con interesse, e che un numero sempre maggiore di visitatori possa sperimentare il fascino delle bambole giapponesi. In ultimo, desideriamo esprimere la nostra sincera gratitudine a tutti gli artisti delle bambole che con entusiasmo hanno aderito all’iniziativa, ai nostri supervisori, Hayashi Naoteru e Mita Kakuyuki, e a tutti coloro che hanno fornito il loro generoso sostegno, assistenza e contributo. 

The Japan Foundation 

Sondando a fondo la genesi della cultura delle bambole in Giappone, si approda a riti propiziatori  tramandati  fin   dai tempi antichi. Già nel VII secolo, a semplici figure fatte di assi di legno si affidava la protezione dalla malasorte nell’anno successivo, affidandole poi alle acque dei fiumi.

Le Katashiro (n. 1) sono bambole di carta utilizzate ancora oggi nei riti di purificazione dei santuari shintoisti in tutto il Giappone. Amagatsu e Hōkō (nn. 2, 3) sono bambole progettate per proteggere i bambini da incidenti e disgrazie. Gli amagatsu in particolare risalgono alla corte imperiale di oltre un millennio fa e ci rimandano all’usanza di passare la fascia del bambino

attraverso il braccio della bambola prima di vestirlo.

Il Giappone da sempre  ha offerto  cibo  in segno  di gratitudine agli dei ad ogni ricorrenza stagionale, e dal XVII secolo in poi, uno di questi eventi è stato dedicato alla  preghiera per la crescita dei bambini. Il 3 marzo, momento in  cui i fiori iniziano a sbocciare, è il giorno per celebrare la  crescita delle  bambine  (Hina  Matsuri): un set composto di coppia abbigliata per un matrimonio imperiale circondata da bambole di attendenti di ogni genere e opulenti accessori nuziali, è allestito a ornamento festivo benaugurante (n. 5-7).

Speculare celebrazione si tiene per la crescita sana dei  bambini maschi il 5 maggio (Tango no Sekku). Gli iris (Shobu 菖蒲)   fioriti e offerti in questo giorno sono stati considerati piante medicinali fin dai tempi antichi, e nel contempo la pronuncia del loro nome in giapponese evocava anche il rispetto per le arti marziali e lo spirito (Shobu 尚 武 ) , rendendoli appropriati per pregare per la crescita sana dei bambini maschi. Modelli di armature e figure di eroi sono esposti l’occasione, mentre dolci di riso avvolti in foglie di bambù o di quercia vengono consumati per augurare il meglio ai giovani protagonisti della festa. Le bambole-eroe più popolari includono Momotarō (n. 15) e Kintarō (n. 16), entrambi noti per la forza sovrumana e il potere salvifico anti- mostro. Con il passare del tempo le semplici bambole rituali dunque si sono fatte sempre più decorate, originando  la tipicità attuale. Molti esemplari sono ancora realizzaticon un’alta specializzazione artigianale, dalle parti al monopezzo, nell’ottica della più ampia distribuzione possibile.

Da dettagli, processi e storia, si evince che la bambola rappresenta l’incarnazione delle preghiere per i bambini o la buona sorte  in generale  che,  immutate  nei secoli,  si reiterano di generazione in generazione.

Con l’evoluzione delle tecniche  di  produzione,   attorno   al XVII secolo le bambole   iniziarono  ad  essere   apprezzate come oggetti d’arte da esposizione. In questa sezione, ne proponiamo esemplari selezionati per varietà di tecniche  e  cura del dettaglio.

Aristocratici e membri della corte imperiale giapponese nutrivano un’affezione particolare per le bambole di alto artigianato artistico.  Esemplare emblematico è il  Gosho Ningyō (nn. 17, 18), effigie di bambino paffuto, che era spesso donato agli  ospiti  delle celebrazioni di corte. Pensati per mostrare salute esemplare e adornati di vesti e accessori di buon auspicio, le loro forme sono realizzate in legno e poi rifinite applicando uno spesso strato  di vernice  bianca ottenuta da gusci di ostriche in polvere, responsabile dell’incarnato raffinato e lucente.

I Saga Ningyō (n. 19, 20) hanno invece avuto origine da bambole create da scultori buddhisti. Scolpiti in legno e poi riccamente  decorati  in  oro  e  vari  tipi  di  vernice  con  motivi a rilievo, sono considerati cromaticamente  stravaganti  nel  loro uso del colore anche rispetto ad  altre  bambole giapponesi, e vengono realizzate come opere d’arte piuttosto che come giocattoli.

Il genere Nara  Ningyō  (nn.  23, 24) nasce  invece  da piccole bambole offerte alle divinità durante le feste che si tengono nel  santuario  Kasugataisha  nella  prefettura   di Nara. Originariamente semplici bambole di legno, lo stile di intaglio è andato raffinandosi e formalizzandosi fino all’unicità attuale. Si può osservare l’estetica unica dei Nara Ningyō nelle forme dei corpi e nelle delicate palette di colore.

Ishō Ningyō (nn. 25-27) sono bambole d’arte vestite con indumenti in tessuto. Le figure, realizzate come oggetti da esposizione per adulti del XVIII secolo, sono notevoli per la fattura del vestiario, identica   a  quella   reale,  enfatizzata  dalla giusta postura nell’indossarlo.  Sono  note  anche all’estero come veicolo  culturale  di informazione su abiti tradizionali, acconciature e pose teatrali del Giappone.

L’amore per le bambole è parte della cultura popolare del Giappone di tutti i tempi. A differenza dalle bambole d’arte, anche senza l’uso di materiali costosi, questi esemplari del folklore giapponese, colorati e divertenti, sono scaturiti da innumerevoli varianti locali.

Le bambole del folklore erano realizzate  principalmente  con materiali economici  come argilla, carta e legno. Molti esemplari venivano  prodotti  durante  le pause  dal lavoro agricolo e, in forma  di  occupazione  secondaria,  erano  fonte  di sostentamento per le famiglie  più  semplici.  Tra  questi, quelli realizzati dipingendo ceramiche non smaltate di argilla comune erano i più diffusi per realizzazione da originale e replicabilità dello stampo.

Alcune bambole di argilla come Imado Ningyō (n. 40, 41) sono attraenti per le loro forme semplici, mentre altre, come Hakata Ningyō (n. 49, 50) sono più artisticamente raffinate con tecniche di scultura ad hoc.

Miharu Ningyō (n. 35, 36) e Takasaki Daruma (n. 37) sono realizzati con strati di carta dipinti. I Miharu Ningyō sono creati con carta washi e raffigurano attori tradizionali Kabuki ed eroi leggendari con dovizia formale  e di esecuzione. Cromaticamente interessanti, i miharu rappresentano uno dei principali esempi di bambole di carta. Il Daruma rappresenta il Darumadaishi, o Bodhidharma, sommo sacerdote del buddhismo. Dipinto in rosso, che si ritiene  prevenga  le malattie, con la base  più pesante  in modo  che si rialzi automaticamente quando viene rovesciato: una caratteristica che incarna un augurio di ripresa. I Daruma sono tuttora molto amati in Giappone,  per la convinzione  che portino buona salute e prosperità.

Tra le bambole in legno, una delle principali è la Kokeshi  (nn. 31-33), un genere emerso nel XIX secolo come souvenir venduto nelle città termali, destinato ai  bambini.  Per realizzarle  si  faceva   ricorso   a  tecniche  di  tornitura  del legno e pertanto teste  e corpi  sono  sfere e cilindri, cui  sapienti mani conferivano vita  donando  espressioni  serene con tocco leggero  di colore  rosso, per scacciare le malattie.

Le bambole del folklore riflettono così la vita e le atmosfere della gente comune nei loro motivi, materiali e colori, senza trascurare creatività ed estetica del quotidiano.

Cultura,  abilità  e  tecniche  si   sono   raffinate   e   diffuse   in   vari ambiti,  attingendo  anche  al  mondo  delle  arti performative tradizionali e alla  vita  quotidiana,  facendosi  giocattoli  o  orpelli all’uopo.   Con   l’avanzare   della   modernizzazione   del    Giappone  anche i  materiali  utilizzati  per  le  bambole  sono  andati  diversificandosi.

I Jōruri Ningyō (n. 59) sono grandi bambole utilizzate per il teatro delle marionette tradizionale Jōruri, in cui tre manovratori azionano un singolo personaggio dandogli voce con toni grotteschi. Le espressioni audaci sono pensate per la messinscena, mentre le movenze delicate e pregne di sentimento sono l’incredibile valore aggiunto di queste figure vive e palpitanti.

Gli   Oshie    Hagoita    (n.    57,    58)    sono     pagaie     di     legno fatte   per   colpire   piccole   ghiande   piumate,   simili   a   minuscoli volani da badminton, a cui sono apposte bambole  di  seta  in  bassorilievo.  In  genere  seguono  temi  di  opere  Kabuki   e rappresentano   attori   popolari.     Volti     espressivi     come     nei dipinti    giapponesi     incorniciati     da     collage    di    tessuti,     si evince   lo   sforzo    –    ben    riuscito     –     di     esprimere dinamicamente l’azione nei limiti degli stretti confini delle pagaie  Hagoita.

Nel Giappone attraversato dall’incipiente modernizzazione del XIX secolo, le bambole conobbero una lieve flessione d’interesse, a causa dell’avanzare di nuovi valori allogeni. Furono le circa 13.000 bambole inviate dagli Stati Uniti come regali per i bambini del Giappone nel 1927 che cambiarono questa tendenza: la risposta alla pacifica invasione delle gradite “bambole dagli occhi azzurri”  realizzate  appositamente  negli Stati Uniti, furono le 58 bambole Ichimatsu Ningyō (n. 60), che rappresentano i bambini giapponesi in abiti tradizionali.

Il  contributo   di   Hirata   Goyo   (1903   –   1981)   alla    storia  della   bambola   giapponese   è    stato    determinante:    l’artigiano adottò   un   approccio   scultoreo   basato   sull’osservazione   della   forma umana, elevando il genere a forma  d’arte.  Il  suo  lavoro  ha  aperto la strada a nuovi artisti autori di  mirabili  esemplari contemporanei   (nn.  61-65).   Sullo   sfondo   della    varietà    dei percorsi,  le  bambole  giapponesi  si  sono   diffuse   nel   Giappone  d’oggi: Licca-chan (n. 66): prodotta in plastica morbida da Takara Company  Ltd.  (oggi  Tomy  Company  Ltd.),  nel   1967,   bambola   feticcio  delle  generazioni  a   seguire,   progettata   più   piccola   e giovane  dell’immortale  Barbie   per    incontrare    il    gusto dell’audience   domestica.   Nel    contempo,     la    cultura     delle figyuaa  3D  da  collezione,  che   propone   serie   di personaggi   da manga  e  anime,  si  è  diffusa   capillarmente   nel  mondo, grazie a milioni di affezionati cultori.

Una serie di video sulle bambole a cura di The Japan Foundation
Mostra itinerante The Japan Foundation
Organizzazione Generale: Miki Hotta, Maria Cristina Gasperini
Allestimento: Nobushige Akiyama
Traduzione dal giapponese/comunicazione: Maria Cristina Gasperini